Dal mito alla scienza
Dedichiamo un cenno all'oriente e in particolare all'antica Cina, dove l'interesse verso le orchidee risale alle prime dinastie, oltre 3000 anni fa. La propensione per il mondo vegetale è ben nota nelle espressioni artistiche, dalla pittura alla porcellana. Le orchidee erano associate alle celebrazioni primaverili e utilizzate per contrastare gli influssi negativi. Venivano usate contro la sterilità, come avvenne poi nel mondo occidentale. Le orchidee del genere Cymbidium, note in Europa a partire dalla seconda metà del XVIII secolo, erano indicate con il termine "Lan" dai molteplici significati, quali "uomo forte", "donna elegante" o "forte, virile e bello".
L'arte cinese e giapponese è ricorsa sovente a raffigurazioni di orchidee e uccelli come forme iniziali di scrittura. Un riferimento si trova in Confucio (551-479 a.C.): "Il sapere e la bontà degli uomini sono paragonabili alla fragranza che si coglie in una stanza piena di Lan". Troviamo "Lan" anche nei testi medici. L'imperatore Sheng Nung indica ad esempio le caratteristiche curative di Dendrobium.
La letteratura giapponese riporta una cronaca della casa imperiale di quel tempo. La Principessa Yohki-Hi, consorte dell'Imperatore Shi-Kotei, da anni non riusciva a dare un erede al trono. Essa venne inebriata con la fragranza di Cymbidium ensifolium, con 13 steli fiorali. La principessa concepì presto il primo di 13 figli. Il primo organico trattato di coltivazione delle orchidee vede la luce nell'XI secolo in Cina.
Veniamo al mondo greco classico, culla della cultura occidentale. Ci troviamo in Epiro, una regione posta tra la Macedonia occidentale ed il Mare Ionio. Una leggenda racconta che a Orchide, un giovane bellissimo, all'inizio della sua adolescenza crebbero due vistosi seni femminili. Egli perse l'identità sessuale, sentendosi a volte timido e schivo come una ninfa, a volte lussurioso come il dio Pan. Orchide era un androgino, evitato a causa della sua diversità. Preso dalla disperazione, Orchide si gettò da una rupe. Dal suo sangue spuntarono presto dei fiori, diversi tra loro ma tutti accomunati dalla evidente e insolita sensualità delle loro parti, a volte riproducente gli attributi della mascolinità, a volte l'intimità femminile. Fu dato loro il nome di orchidee.
A tale leggenda si deve il fatto che gli efebi ateniesi incoronavano la fronte con le orchidee nel rivolgere le lodi agli dei dell'Olimpo.
Ogni leggenda che si rispetti possiede però più versioni. Si tramanda ancora che per gli antichi greci Orchide fosse un giovane bellissimo e assai focoso, figlio di una Ninfa e di un Satiro. Per aver osato insidiare una sacerdotessa di Dioniso subì la terribile punizione di essere dato in pasto alle belve feroci. Gli dei dell'Olimpo vollero però tramandare il ricordo della sua avvenenza, facendo nascere sui suoi resti una pianta esile e modesta che conservava il ricordo delle parti anatomiche maschili che erano state la causa della sua fine.
I Greci chiamavano alcune orchidee kosmosàndalon, sandalo del mondo, a causa del labello tondeggiante che richiamava l'estremità di una piccola scarpa. Leggende e superstizioni popolari prendono puntualmente origine dal mito. Tra i medici e gli alchimisti dell'antichità classica, il mito di Orchide ha dato corso a credenze che conferivano alle orchidee potenzialità afrodisiache e curative della sterilità femminile. Teofrasto di Ereso (371-287 a.C.), filosofo greco
allievo di Platone e Aristotele, del quale fu successore, è considerato il più grande botanico dell'antichità. De historia plantarum, opera in cui egli classifica le piante in alberi, frutici, suffrutici ed erbe, può essere oggi definito il primo trattato di botanica. Lo studio delle piante, fin dai primordi e per lunghissimo tempo, ha avuto essenzialmente una connotazione officinale e terapeutica. Teofrasto tratta di alcune piante che presentavano due tubercoli rotondeggianti alla base delle radici. Dalla somiglianza con i testicoli umani, le chiamò "Orchis". Il nome orchidea trova quindi fondamento nelle sue prime considerazioni sulle applicazioni mediche dei tuberi radicali di alcune orchidee, precisando che il maggiore, assunto con latte di capra, incentiva le funzioni sessuali; il minore esercita una funzione opposta. Dioscoride (40-90 d.C. circa), medico greco vissuto a Roma, nell'opera "De Materia Medica" scende nei particolari descrivendo cinque specie di Orchidee utili alla farmacopea. Rispetto a quanto affermato da Teofrasto, puntualizza che se è un uomo a cibarsi del "bulbo" più grande avrà un maschio. Una donna che consumerà il minore, darà vita a una femmina. Le orchidee offrono quindi un potente rimedio contro la sterilità. Nella sua opera si riscontra anche che i "bulbi" del Satyrium, orchidea così denominata perché immaginata cibo dei Satiri, una volta ingeriti con vino rosso risultano particolarmente afrodisiaci.
Medici e alchimisti medievali hanno reiterato la tradizione classica legata alle capacità curative e stimolanti delle orchidee, attribuendo loro facoltà fecondatrici, secondo la nota teoria della "segnatura" o dei "segni". Le forme, in questo caso di parti di piante, palesano in modo diretto le loro proprietà terapeutiche.
L'alchimista e medico Paracelso, vissuto tra il 1493 e il 1591, riteneva che i tuberi delle orchidee che richiamano la forma dei testicoli, erano in grado di conferire maggiore virilità all'uomo, così come la linfa gialla delle piante era capace di curare l'itterizia e le foglie cuoriformi capaci di curare i problemi cardiaci.
Il botanico e medico tedesco Leonhard Fuchs (1501-1566), da annoverare tra i principali rappresentanti nel neo-galenismo e tra i fondatori della botanica tedesca, nel 1542 pubblica De Historia Stirpium commentarii insignes , un hortus pictus di piante medicinali all'interno della quale rappresenta undici specie di orchidee. Dactylorhiza fuchsii è dedicata al suo nome.
Al tempo di Fuchs arrivarono in Europa le prime orchidee tropicali grazie allo spagnolo Francisco Hernandez. I nativi americani, in particolare gli Aztechi, conoscevano le orchidee del genere Vanilla, usata per creare bevande a base di caffè e cacao.
Ancora nel 1735, in Istoria delle piante che nascono né lidi intorno a Venezia, Gian Girolamo Zannichelli, reitera la credenza per la quale " Le radici di tutte le spezie d'Orchide hanno virtù afrodisiaca, cioè sono proprie ad accrescere il seme, e a fortificare le parti della generazione". Le forme evocative dell'apparato radicale delle Orchis sono inoltre alla base di varie leggende popolari. Si narra di un monaco che trovò la morte in preda a sensi di colpa dopo aver seppellito il braccio di una statua miracolosa di Gesù Bambino del quale si era appropriato. In quel punto nacque una piantina che riportava nella radice la forma della mano di un bambino. Non manca una leggenda di lontanissima origine che riguarda Cypripedium calceolus, la Scarpetta di Venere, l'orchidea europea più popolare, il cui nome è cristianizzato in "Pianella della Madonna". Si dice che la dea Afrodite, Venere dei Romani, durante una tempesta perse un prezioso calzare. Prima di essere profanato dal mortale che lo ritrovò, il calzare prese la sembianza della "Scarpetta di Venere". E' palese che il fiore dell'orchidea richiama, con un po' di fantasia, la forma di una piccola calzatura. Ricordiamo infine che le orchidee compaiono spesso nelle formule magiche con i più vari e classici ingredienti del mondo arcaico del sortilegio e della negromanzia.
Carl Nilsson Linnaeus, Carl von Linné, noto ai più come Linneo (Råshult, 23 Maggio 1707 - Uppsala, 10 Gennaio 1778), svedese, padre fondatore della moderna botanica, segnò un preciso spartiacque tra i secoli del mito e un innovativo approccio scientifico. Nel 1758 diede alle stampe Systema naturae, catalogazione degli esseri viventi in cui venne introdotta la nomenclatura binomia. Ricorse al nome Orchis per indicare sia un Genere che l'intera Famiglia (Species Plantarum e Genera Plantarum ).
Nel mondo anglosassone l'interesse per le orchidee trovò presto terra fertile. Nel XIX secolo Charles Darwin fissa un punto fermo con "I diversi apparecchi col mezzo dei quali le orchidee vengono fecondate dagli insetti", titolo italiano del 1883 dell'originale (prima edizione del 1862, seconda del 1877). La Royal Horticultural Society inglese si pone in evidenza ancora oggi come principale istituzione attiva nella ricerca di nuove specie. Vennero introdotti nelle serre europee per primi i generi Cymbidium, Epidendrum, Phaius e Vanilla. Furono in primo luogo l'Inghilterra e in seguito l'Olanda a diffondere le orchidee tropicali nel mondo. Molte specie di orchidee portano il nome di ricercatori e appassionati del tempo. Ne sono esempi James Veitch da cui deriva il nome di Epiphronitis veitchii, e William Cattley, al quale John Lindley ha dedicato il genere Cattleya.